“Quella che il bruco chiama fine del mondo,
il resto del mondo chiama farfalla.” (Lao Tzu)
Le apparizioni di re – creatures nella Pelanda e negli spazi esterni del Mattatoio delineano, durante l’estate, un percorso in cui le creature animali, in diverse forme, sono protagoniste. Questo ritorno degli animali nel Mattatoio è concepito come un immaginario riscatto, segnato da un’ambivalenza che combina dramma e ironia. Le diverse opere d’arte che occupano gli spazi, affrontano in maniera diversificata il tema dell’animalità e si aprono a diversi livelli di lettura e di percezione. La presenza animale, fra confinamento domestico e svelamento del selvatico, diventa perturbante, proprio perché è, allo stesso tempo, rassicurante e pericolosa. I diversi spazi, con la loro fascinosa bellezza che non nasconde la storia cruenta del luogo, saranno abitati, sottilmente invasi, da creature chimeriche, fragili ma irriducibili. Presenze che ci richiamano all’ambiguità del nostro rapporto con l’ambiente, fatto di meravigliosi scambi vitali quanto di devastante, irreparabile violenza. Forse gli animali possono aiutarci a re-immaginare quel rapporto o magari soltanto a farci sentire quanto esso sia temporaneamente sospeso in una tensione verso un futuro (im)possibile. Le apparizioni che costituiscono il programma di re – creatures si pongono in opposizione ad ogni apparenza con la consapevolezza che è proprio l’intreccio fra apparenza e apparizione a determinare la deriva onirica in cui la logica del pensiero umano si apre, forse solo per un attimo e grazie alla creazione artistica, alla percezione di altri habitat.
“A Sparta i ragazzi erano lupi; in Atene, le bambine erano orse. Ripetono i manuali che l’iniziazione giovanile serviva ad introdurre all’ordine della città. Al contrario, era un volgere lo sguardo verso un punto del passato, verso uno stato di commistione con l’animale da cui gli uomini si erano distaccati diventando lupi e orsi - e poi coloro che uccidono lupi e orsi. L’iniziazione era un invito al ricordo. Un giorno, a una certa età, si sarebbe studiata la storia. Ora si scopriva ciò che era avvenuto prima di ogni storia: si diventava per qualche tempo lupi e orse.” (Roberto Calasso)
Queste apparizioni avranno intensità diverse durante tutta l’estate.
A fine giugno inizierà un viaggio nell’oscurità, laddove incontreremo creature che costruiscono paesaggi sonori attraverso i corpi, il mezzo fotografico, la musica e le parole.
A fine luglio l’umano e il non umano completeranno una occupazione crepuscolare e fantastica degli spazi esterni. Inoltre, nuovi momenti di performance dal vivo porteranno in scena mondi che dialogano con la realtà in modi inaspettati, attraverso il linguaggio, il corpo, la materia e le relazioni che si innescano con l’ambiente circostante.
L’interno della Pelanda sarà “abitato” da creature animali: tre grandi installazioni video faranno immergere gli ospiti umani in mondi distopici e stranianti, in cui l’animalità fa riflettere sulla nostra condizione.