A cura di Paola Granato e Ilaria Mancia
Accanto all’entrata principale de La Pelanda è affisso uno stendardo su cui sono scritti i nomi di tutte le artiste, gli artisti e i collettivi che in questi tre anni hanno fatto parte del progetto Prender-si cura. La scelta è stata quella di mantenerli tutti, uno dopo l’altro, non tanto per un desiderio di accumulazione quanto per una temporalità che scardina l’annualità e cerca di pensarsi come un contenitore unico fatto di stratificazioni temporali, ritorni, emersioni e dialoghi che continuano oltre l’effettivo momento della residenza.
Il Diario, dopo una prima pubblicazione, ha continuato il suo percorso e questa seconda emersione è la raccolta degli incontri e dei dialoghi realizzati con alcune delle artiste e alcuni degli artisti che hanno abitato con le loro ricerche le sale de La Pelanda da dicembre 2020 a giugno 2022.
L’idea di tenere traccia delle ricerche attraverso testi che sono dialoghi, pensieri, lettere è stata, fin dall’inizio, mossa dalla volontà di condividere una parte di lavoro delle artiste e degli artistiche, nella maggior parte dei casi, non è attraversata dallo sguardo degli spettatori. Il racconto della sperimentazione artistica nel suo farsi apre delle questioni cruciali che completano la visione di ciò che accade in scena nel momento in cui la performance, lo spettacolo o l’opera “visiva”(video, istallazione, etc) viene presentata nella sua formalizzazione.
Questo rapporto dialogico con le ricerche artistiche è una delle traiettorie che si sono perseguite durante i tre anni appena passati: come mettere a fuoco il rapporto tra istituzione ospitante, le persone che ci lavorano e artiste e artisti ospitati? Come dare vita a uno spazio di incontro e insieme di residenza e ricerca artistica all'interno di un'istituzione museale?
Questa intenzione curatoriale, presente fin dall’inizio di Prender-si cura, si è sviluppata ulteriormente nel 2022 con il progetto SPONDA/, realizzato insieme a Short Theatre e con la partecipazione di Piersandra Di Matteo e Riccardo Fazi. L’accompagnamento drammaturgico alle ricerche artistiche si è ampliato dando spazio ad altre possibilità di incontro e scambio. L’idea di moltiplicazione e apertura, di generazione di possibilità di approfondimento, ha da sempre caratterizzato il progetto e la situazione post pandemica della terza edizione ha permesso che si potesse realizzare in maniera più articolata.
L’ascolto è stato, ancora, la nostra “azione guida” per porre l’attenzione sulle traiettorie di sperimentazione e creazione delle diverse artiste e artiste e sulle necessità poste dalle ricerche proposte, nel tentativo di allenarci a un certo tipo di cura reciproco, evocato nel titolo del progetto.
Gli appunti qui raccolti sono una fotografia delle ricerche artistiche nel momento della residenza a La Pelanda e dei suoi sviluppi successivi. La costruzione di un Diario come piattaforma aperta per lo scambio e il dialogo.