Pensiamo all'arte come qualcosa di specificamente umano solo perché non siamo ancora in grado di riconoscere a tutte le specie viventi la capacità di pensare, giudicare e modificare il mondo che riconosciamo a ciascuno dei membri della specie umana. Dovremo imparare invece a cogliere in ogni paesaggio naturale l'equivalente di una mostra d'arte contemporanea, curata però da più di una specie. Quella che chiamo foresta è una Biennale millenaria in cui le arti di tutte le specie si incontrano e si mescolano.
Emanuele Coccia è professore associato di filosofia presso l'École des hautes études en sciences sociales (EHESS) di Parigi. È stato invitato come professore-ricercatore dalle università di Tokyo (2009), Buenos Aires (2010), Düsseldorf (2013-2014), Columbia University of New York (2015-2016), Weimar (2019), Monaco di Baviera (2020).
Tra i suoi libri La vita sensibile (2010, tradotto in sei lingue). Il Bene nelle cose (2013, tradotto in 6 lingue) La vita delle piante (2016, tradotto in 10 lingue) e Metamorphoses (Payot 2020, traduzione in corso presso Einaudi Stile Libero).
Nel 2019 ha contribuito alla mostra Nous les Arbres, presentata alla Fondation Cartier pour l'art contemporain di Parigi.
La mostra fa parte del nuovo palinstesto culturale di Roma Capitale Romarama