Il padiglione 9a del Mattatoio ospita la prima mostra in Europa del pittore cinese Lu Song (Pechino, 1982), curata da Ludovico Pratesi. La sua pittura, di matrice figurativa, si ispira ad un’analisi attenta e puntuale della storia dell’arte europea, con una particolare attenzione al paesaggio, colto in maniera surreale e fantastica, quasi evocativa. Tele di grandi dimensioni riprendono tematiche presenti della pittura romantica tedesca, da Gaspar David Friedrich ad Arnold Bocklin, che ha vissuto a Roma e ha intrepretato con una sensibilità nordica le suggestioni del mondo classico romano.
Lu Song si ricollega a questa tradizione e presenta al Mattatoio una serie di dipinti recenti, abbinati ad alcune opere realizzate per l’occasione e dedicate a Roma, con colori bronzei e quasi metallici, che suggeriscono al visitatore un’immersione nell’atmosfera fiabesca della scena, dove si uniscono tradizione e contemporaneità, passato e presente. Mentre in opere come Offsprings o The Jungle l’immagine si struttura attraverso un gioco di chiaroscuri , in Chord o Castaways compaiono architetture e figure umane, in modo da produrre atmosfere misteriose e vagamente inquietanti.
“L’universo di Lu Song, denso di riferimenti all’occidente interpretati con uno sguardo cinese, assume negli spazi del Mattatoio il carattere di un vero e proprio ponte tra culture diverse - scrive Ludovico Pratesi - e sottolinea la vocazione multiculturale della cultura capitolina, che l’artista interpreta con raffinata sensibilità”.
La mostra è accompagnata da un depliant gratuito per introdurre i visitatori all’opera di Lu Song, curato da Ludovico Pratesi.