Performance/concerto, 50’
Pelanda
Ingresso gratuito fino a esaurimento posti
an omniscience: an atmos-etheric, transnational, interplanetary cosmist bird opera spanning seven continents and the many verses
(un’onniscenza: un’opera volatile per uccelli, trasnazionale, interplanetaria e cosmista che abbraccia sette continenti e molteplici versi)
Una performance che unisce la poesia epica e una partitura musicale originale, narrando e raccogliendo le storie della sterna artica: un uccello che realizza la più lunga migrazione di ogni altra creatura. Viaggia ogni anno dall’Artico all’Antartico, andata e ritorno, percorrendo una distanza, nei suoi trent’anni di vita, pari a quasi tre viaggi sulla luna. Il pubblico è invitato a portare un binocolo e fare birdwatching, mentre i sette performer – che usano l’aria come mezzo per trasmettere messaggi – un quartetto di fiati, due voci e un direttore d’orchestra, sono ornati di ali e becchi.
Quest’opera – che tocca temi riguardanti gli uccelli – celebra l’aria, la leggerezza, la deriva, gli orizzonti, il trasnazionalismo e il cosmismo, e, al tempo stesso, si addolora per i poli che si sciolgono, la fame, la sconfitta di non essere in grado di arrivare mai e la solitudine dell’individualismo. Un lavoro che sostiene la collettività, i movimenti sociali e le modalità di essere non lineari. Una performance che cerca di riposizionarci su un cammino, di andare avanti e indietro nel tempo e che offre una prospettiva esistenziale alle nostre vite di bipedi; suggerendo la deriva come modo di essere (le sterne possono librarsi a mezz’aria per lunghi periodi di tempo) e l’aria come un canale di trasmissione per la circolazione di un percorso comune (di idee), che attraversa le estremità della terra, collegando la tundra ai tropici. I riferimenti abbracciano leggende di uccelli fantastici, che volano sui sette mari, le valli, i regni. L’uccello diventa, così, profeta, poeta, maestro, politico, filosofo, guida. La musica è l’uccello: un’eccezione alata rispetto ai nostri corpi che dipendono dalla gravità.
Con le maschere del costumista romano Carlo Santolini, la voce della cantante napoletana Cairo Clarke e sviluppata in occasione della residenza al Mattatoio, l’opera si svolgerà negli spazi aperti a ridosso del fiume Tevere.
An omniscience di Hylozoic/Desires (Himali Singh Soin & David Soin Tappeser) è stato sostenuto e prodotto durante Prender-si cura edizione 2022, progetto di residenze di ricerca e produzione artistica realizzato negli spazi de La Pelanda.
Hylozoic/Desires (Himali Singh Soin & David Soin Tappeser) è un duo che si occupa di performance multimediali il cui lavoro unisce poesia sperimentale e composizione musicale al fine di evocare speculativi e borgesiani futuri e multiversi. H/D aspira a un etere ontologico piatto in cui tutte le forme di vita – pietra, spiriti, macchine o umani – sono uguali. Altera l’immaginazione lineare del tempo per produrre divergenze che suscitano meraviglia. La ricerca del duo orbita attorno a (non)luoghi e alla storia come modo di imparare dalle molteplici materialità dell’esistenza contemporanea. H/D si occupa di (poli) ritmi d’amore e di “bea(s)t” di appartenenza. Hylozoic/Desires usa la metafora come evento, come forza di attrazione che tiene insieme entità altrimenti distanti.
Himali Singh Soin scrittrice e artista che vive tra Londra e Dheli. Usa metafore provenienti dallo spazio e dall’ambiente naturale per costruire cosmologie immaginarie di interferenze e intrecci. Nel fare questo pensa attraverso la lente della perdita ecologica e la perdita della casa, rifugiandosi da qualche parte nella radicalità dell’amore.
David Soin Tappeser batterista, compositore e performer che vive tra Londra e Dheli. La sua pratica si focalizza attorno alle idee di tempo, interdipendenza e alterità. Le sue performance e composizioni usano il ritmo per codificare, manipolare e decostruire la percezione lineare del tempo e chiamano in causa entanglements interculturali, storie parallele e sistemi di riferimento extra umani.
AN OMNISCIENCE, HYLOZOIC/DESIRES
co-commissionata da: Henie Onstad Kunstsenter, Høvikodden; Biennale Gherdeïna ∞, Ortisei; Radical Ecology; Azienda Speciale Palaexpo, Mattatoio Roma | Progetto Prender-si cura; & Museum of Contemporary Art Kiasma, Finnish National Gallery, Helsinki, parte del programma Kiasma Theatre e Serpentine, London, e parte di General Ecology.
grazie a:
Obsidian Coast per aver fatto del birdwatching con noi
Bjørn Anders Nymoen per essere stato inseguito da una sterna arrabbiata e per averlo registrato
La residenza al Mattatoio, Roma
La residenza a Palm Heights, Cayman
La guida di Eduard Demetz
composizione: David Soin Tappeser
poesia: Himali Singh Soin
costumi realizzati da: Nanny’s
becchi: Carlo Santolini
registrazioni: Friedemann Ploner
flauto: Elena D’Alò
oboe: Claire Colombo
flauto basso: Andrea Salvi
clarinetto basso: Alessandro Malcangi
seconda voce: Cairo Clarke
prima voce: Himali Singh Soin
condotto da: David Soin Tappeser