Cosa vuol dire per te abitare uno spazio in un periodo di residenza?
Si tratta di creare un habitat, una sorta di stanza da abitare per alcuni giorni dove sono libera di fare, guardare, pensare, perdere tempo, dormire, studiare ed elaborare le pratiche che fanno un lavoro. E’ il momento migliore di una creazione, è lo spazio per le intuizioni di emergere e farsi forme ma è anche uno spazio di forte condivisione, vorrei che fosse sempre abitato da tutti, in fondo è uno spazio pubblico, è il luogo del dialogo.
Come definisci lo spazio del tuo lavoro e della tua ricerca?
E’ il posto per la certezza e il dubbio insieme, è dove la pratica del pensiero entra nel corpo e come una spezia si rende aromatica.
Cosa indagherai in questa occasione?
Un’esperienza estetica che riveli la potenza del toccare come gesto fondante il mondo, quello sensibile dei corpi ma anche quello della materia insensibile. Questo primato del toccare è da intendersi nell’ambito di un pensiero per il quale il tratto saliente dell’esistenza è riconoscere che siamo sempre già aperti all’altro dall’interno così come dall’esterno. Toccare l’altro significa toccare tutti i possibili altri, inclusa la propria persona, incluso l’insensibile nel sensibile, significa ripensare radicalmente la natura dell’essere e del tempo. Non esercitare tutto il potere di cui disponiamo, vuol dire attivare una presa che non possiede. Disinnescare la tirannia di un corpo colonizzato dal perenne profitto, vuol dire esercitarsi ad un movimento che é contagiosamente e gioiosamente vivo. Il toccare é dunque inteso come un approssimarsi al mondo, la semplice intimità di un sentire radicalmente aperto.
Tre parole per definire cura
Ospitalità, riservatezza, dialogo
Cristina Kristal Rizzo, dancemaker, è attiva sulla scena della danza contemporanea italiana a partire dai primi anni 90. Basata a Firenze, si è formata a New York alla Martha Graham School of Contemporary Dance, ha frequentato gli studi di Merce Cunningham e Trisha Brown. É tra i fondatori di Kinkaleri, compagnia con la quale ha collaborato attivamente attraversando la scena coreografica contemporanea internazionale e ricevendo numerosi riconoscimenti. Dal 2008 ha intrapreso un percorso autonomo di produzione coreografica indirizzando la propria ricerca verso una riflessione teorica dal forte impatto dinamico tesa a rigenerare l’atto di creazione stesso e ad aprire riflessioni sul tempo presente. Attualmente una delle principali realtà coreografiche italiane è ospitata nei più importanti festival della nuova scena internazionale. Alla circuitazione degli spettacoli si affianca una intensa attività di conferenze, laboratori e scrittura teorica.
In qualità di coreografa ospite ha creato coreografie per I principali enti Lirici ed istituzioni italiane e straniere, tra i quali: il Teatro Comunale di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino, Ater Balletto, LAC Lugano, MACRO Roma, MUSEION Bolzano, Museo Pecci Prato, Museo del 900 Firenze.