Cosa vuol dire per te abitare uno spazio in un periodo di residenza?
Sto pensando allo “spazio in un periodo di residenza” come ad uno spazio nuovo, mai incontrato, mai vissuto.
Lo spazio nuovo è, quindi, un luogo che cambia giorno per giorno. Appare nella sua estraneità al primo incontro per compiere una metamorfosi che trasforma e si trasforma giorno per giorno: mi fa pensare ad una nuova conoscenza.
Lo spazio nuovo definisce anche un nuovo luogo astratto, le idee, così, hanno origine in un ambiente mentale di forme nuove, una sorta di riproduzione astratta della nuova architettura abitata dal corpo.
La relazione con lo spazio di una residenza è, comunque, per me sempre differente. A volte può diventare parte integrante del lavoro che andrò a produrre altre volte non è così.
Roma è una città che lego ad una sorta di piacevole nostalgia. Mi sembra curioso pensare ad un nuovo spazio attraverso un sentimento nostalgico.
Come definisci lo spazio del tuo lavoro e della tua ricerca? Cosa indagherai in questa occasione?
Lavoro principalmente con il video.
Mi piace pensare alla produzione del film come ad un ciclo temporale diviso in due differenti fasi.
Il primo stato coincide con la nascita dell’idea, la ricerca e l’effettiva “registrazione” video-audio della scena, in questo primo tempo tutto va a riversarsi nella creazione di un’immagine digitale, senza una reale forma nello spazio; è un’immagine che non occupa uno spazio preciso, ma si adatta allo schermo dove sarà elaborata.
È invece durante la seconda fase che l’immagine e il suono prendono un corpo, si materializzano, occupano effettivamente uno spazio. Accade qui che il lavoro esiste davanti ai miei occhi per la prima volta nella sua reale forma.
Il concetto di spazio, quindi, in ogni nuova produzione subisce delle consistenti derive.
Per prender-si cura stiamo considerando delle possibilità diverse, stiamo capendo quale dei processi può essere necessario per questa occasione.
Tre parole per definire cura
Incontro
Paura
Fiducia
Valentina Furian, nata a Venezia nel 1989, vive e lavora a Milano.
Ha frequentato il corso di Arti Visive all'Universita Iuav di Venezia e all'école des beaux-arts de Nantes Saint-Nazaire.
Si occupa principalmente di immagine in movimento.
Le tematiche affrontate indagano e riflettono circa il rapporto tra uomo e natura, l'artista è particolarmente interessata ad esplorare l'addomesticamento animale come forma di dominio umana e l'addomesticamento umano in relazione alle regole sociali.
Nel 2021 il suo lavoro viene selezionato per Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere promosso da MAECI, MIBACT e Direzione Generale Creatività Contemporanea e vince il premio Fabbri per le Arti Contemporanee. Nel 2020 partecipa a VISIO-European Programme on Artists’ Moving Image, programma a cura di Leonardo Bigazzi per Lo Schermo dell’Arte e nello stesso anno presenta cari cani, mostra personale da UNA galleria a Piacenza e Nautilus, solo show al MUSE di Trento. Sempre nel 2020 il suo lavoro viene presentato a Cinema Galleggiante, curato da Microclima in collaborazione con Ocean Space / TBA21−Academy, Pentagram Stiftung e Palazzo Grassi - Punta della Dogana - Pinault Collection. Nel 2020 vince il premio Lydia! promosso dalla Fondazione Il Lazzaretto di Milano. Nel 2019 è artist-in-residence a Mumbai presso ArtOxygen in collaborazione con The Blank Contemporary Art e ICC di Mumbai; presenta una selezione di propri lavori video da Soho House a Mumbai e uno screening a Sunaparanta Center of Contemporary Art a Goa. Nello stesso anno il suo lavoro è stato presentato alla mostra collettiva Immersione Libera progettata da Galleria Continua con Marina Nissim. Sempre nel 2019, viene invitata al festival Kizart a cura di Raffaella Frascarelli, NOMAS Foundation al MAXXI di Roma.