Cos'è per te il tempo della ricerca e della sperimentazione?
Il tempo della ricerca e della sperimentazione è il tempo dell’esistenza. L’attrito, lo scarto, la contemplazione che il concreto impone nella forma della domanda. La pratica attuativa (il Ci dell’esserci) fa dell’interrogazione campo di esperienza, sospende il nome, consente di incarnare la domanda, al modo dell’in-sistere e dell’e-sistere, di frequentarla, di restarvi e di tornare, nel battito del Tempo.
In che modo la tua pratica è influenzata dallo spazio di una residenza artistica?
La mia pratica è l’assunzione del sensibile, la ricerca di un’apertura percettiva, di un’estensione e di un’intensificazione del dialogo ininterrotto con il presente. Lo spazio è materia e senso di questo dialogo, è la situazione e il situato, situa e sollecita il riconoscimento del singolo nel molteplice fluire dell’istante. Manifesta la dimensione della simultaneità, della compresenza. È l’ispiratore assoluto di fronte al quale sono sempre sfondo.
Come dialogano cura e ricerca artistica?
Immagino la cura come l’organo permeabile di una gestazione, capace del movimento necessario a riconoscere e custodire specificità e pluralità.
La cura è un salto di scala, un’azione artistica che sa cambiare focale e nel campo lungo del proprio gesto compone esercizi temporanei di realtà, gettando oltre lo sguardo, restituendo al presente esistenza, visione, dinamica.
Di questa declinabile attitudine generativa ognuno di noi - la società - ha estremo bisogno.
Habillé d’eau
Progetto di ricerca performativa indipendente, concepito e fondato nel 2002 da Silvia Rampelli, laurea in Filosofia, attiva nella creazione e in ambito teorico e formativo. Habillé d’eau focalizza la riflessione sulla natura dell’atto, sulla centralità della dimensione percettiva nella pratica scenica e nei processi esperienziali trasformativi, sul dato umano. Ne sono parte Alessandra Cristiani, Eleonora Chiocchini e si avvale nel tempo della collaborazione di diversi artisti, tra i quali: Gianni Staropoli, Valerio Sirna. È stato prodotto da La Biennale di Venezia e invitato nei maggiori festival. Numerosi sono i testi critici pubblicati e i riconoscimenti. Nel 2018 riceve per Euforia il Premio Ubu per il Migliore spettacolo di danza.