Cos'è per te il tempo della ricerca e della sperimentazione?
Sicuramente in questo caso, e forse è la condizione migliore per me, abbiamo deciso di affrontare la residenza lavorando collettivamente (regia, compositore, musicisti, direttore della fotografia) fa si che ognuno di noi abbia portato la propria visione nel progetto. Quindi sicuramente è un tempo necessario di condivisione.
In che modo la tua pratica è influenzata dallo spazio di una residenza artistica?
È impossibile pensare ad un lavoro in un vacuum, abbiamo sempre un luogo, anche immaginario, dove i nostri lavori vivono ed emergono.
Moonbird, il progetto su cui abbiamo lavorato durante la residenza, che è poi un ibrido tra un’opera lirica, un video e un’installazione sarà presentata anche negli spazi del Mattatoio diverrà site-specific, quindi è perfetto lavorare anticipatamente negli spazi.
Come dialogano cura e ricerca artistica?
La ricerca artistica ha bisogno di uno spazio, dove poter far errori, tentare anche l'improbabile. Solo dopo, guardando al lavoro svolto ci si rende conto se quelle idee si sono trasformate in qualcosa di più solido e visibile. Quel periodo di gestazione ha bisogno di protezione, è un lavoro quasi segreto, impossibile da condividere con chi ne è al di fuori. Forse la cura sta proprio nel rendere uno spazio un luogo protetto, da un’eventuale critica esterna, insomma bisogna a volta cadere nel ridicolo per potersene uscire con un nuovo gesto.
Rä Di Martino (Roma, 1975) ha studiato al Chelsea College of Arts e alla Slade School of Fine Art a Londra prima di trasferirsi a New York dal 2005 al 2010. Vive e lavora a Roma.Ha esposto in Italia e all’estero in instituzioni quali il PS1 a New York, Palazzo Grassi, la Fondazione Sandretto, MACRO di Roma, Mart di Rovereto, HANGAR Bicocca, Montevideo Netherlands Media Arts, Museum of Contemporary Arts di Chicago, il Bronx Museum, Artists Space NY e mostre come la Biennale di Mardin, Biennale di Busan, la Triennale di Torino e Manifesta. Ha partecipato a festival internazionali quali il Festival del film di Locarno, VIPER Basel, Transmediale, New York Underground Film Festival, Kasseler Dokfest e Torino Film Festival e ha partecipato con il mediometraggio docufilm “The Show MAS Go On” alle Giornate degli autori, Festival del cinema di Venezia nel 2014 vincendo il Premio SIAE e il premio Gillo Pontecorvo, il docufilm prende anche una menzione speciale al Salina DocFest, un Nastro d’argento per miglior docufilm 2015. Nel 2017 partecipa nuovamente alla Mostra Internazionale del cinema di Venezia con il suo primo lungometraggio “Controfigura” con il quale ha vinto l’Eurimages Lab Award nello stesso anno ed è nella selezione dei nastri d’argento per miglior docufilm 2018. Nel 2018/2019 sviluppa il progetto AFTERALL con il sostegno del premio del Mibac - Italian Council in collaborazione con la Fondazione Volume! con due mostre al Mattatoio di Roma e al Kunstmuseum St. Gallen (2020).