Cos'è per voi il tempo della ricerca e della sperimentazione?
È il punto d'arrivo e il punto di partenza, allo stesso tempo, di tutto quello che facciamo. È un non-tempo, in realtà, fuori dalle coordinate usuali e lineari; è piuttosto un presente continuo, un orizzonte degli eventi sul quale stare a cavalcioni. Quando riusciamo a costruire le condizioni per poterlo abitare pienamente, allora, finalmente, tutto sembra giusto per come è.
È un presente di gioco, di armonia, di stupore, di concentrazione.
Lì, ci si ritrova pienamente al centro del proprio essere.
In che modo la vostra pratica è influenzata dallo spazio di una residenza artistica?
Nello stesso modo in cui è influenzata dalle persone con cui lavori, da quelle con cui vivi, dalla città dove sei nata/o e da quella che ti ospita, da quello che hai mangiato la sera prima. A volte, alcuni spazi di lavoro riescono ad essere neutri, per le loro caratteristiche o perché abitati da tempo; a volte bisogna mettere il sale negli angoli prima di poter iniziare; a volte interi spettacoli prendono la forma del luogo dove sono stati creati, come fossero fatti d'acqua. Lo spazio non è mai neutro.
Come dialogano cura e ricerca artistica?
Forse, in fondo, sono la stessa cosa.
Muta Imago è una compagnia teatrale e un progetto di ricerca artistica nato a Roma nel 2006. È guidata da Claudia Sorace, regista e Riccardo Fazi, drammaturgo e sound designer. È composta da tutte le persone che sono state, sono e saranno coinvolte nella realizzazione dei lavori. È alla continua ricerca di forme e storie che mettano in relazione la sfera dell'immaginazione con quella della realtà presente, umana, politica e sociale. Per questo realizza spettacoli e performance dove lo spazio è quello del rapporto e del conflitto tra l'essere umano e il suo tempo. Nel triennio 2020-2022 la compagnia è tra gli artisti residenti del Teatro di Roma.
www.mutaimago.com