Cos'è per te il tempo della ricerca e della sperimentazione?
Per quanto riguarda la mia pratica e il mio processo artistico il tempo della ricerca e della sperimentazione è il tempo dedicato a imparare e disimparare, è anche un tempo dedicato alla riflessione sugli elementi interni ed esterni che si incontrano nello spazio. Per il progetto Il Mio Filippino, senza aspettativa alcuna, seguo come i nostri corpi, schiavizzati e colonizzati, si arrendono e si riconnettono con la terra/suolo per comprendere, anche, la traiettoria della condizione attuale dei nostri corpi. È anche un momento per il riposo o per il sonno e per concedersi di seguire delle suggestioni mistiche che risuoneranno nel profondo silenzio.
In che modo la tua pratica è influenzata dallo spazio di una residenza artistica?
Lo spazio della residenza mi concede un momento per capire nuove e diverse possibilità per il mio lavoro. È, inoltre, uno spazio per capire come posso traslare e amplificare il nucleo del mio lavoro. Lo spazio della residenza è una delle identità con cui collaboro nel mio processo di creazione.
Come dialogano cura e ricerca artistica?
La cura(tela) e la ricerca artistica si intersecano allo scopo di mettere in discussione passato, presente e futuro di ciò che creiamo e per capire come riverbera nel mondo in cui viviamo. Pone anche delle sfide come “Cosa stiamo facendo?” o “Cosa stai facendo?” in modo particolare in questi momenti strani ed estremi dell’umanità.
Liryc Dela Cruz, regista e artista di Tupi, South Cotabato a Mindanao, Filippine, e attualmente residente a Roma, Italia. Le sue opere sono state selezionate e proiettate in diversi festival internazionali di cinema ed eventi artistici a Locarno, Berlin, New York, Taiwan, ecc. I suoi film sono tematicamente legati alle sue origini, alla sua storia e alla sua psicologia personale. È stato un collaboratore del regista indipendente filippino Lav Diaz e un allievo di Apichatpong Weerasethakul. È anche considerato uno dei rappresentanti del movimento del cinema lento (Ji.hlava IDFF '18). Nel 2020 è stato selezionato come uno dei giovani registi emergenti alla Berlinale Talents durante il 70° Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Françoise Vergès è stata sua mentore nell’ambito del progetto Mediterranean Ecofeminist Decolonial Union for Self-Education a Lecce, Italia. Di recente, Dela Cruz ha debuttato con una performance parte del suo progetto di ricerca in corso Il mio Filippino/a al Teatro di Roma - Teatro Nazionale. Il progetto indaga i gesti di cura e i metodi di pulizia dei lavoratori domestici filippini. Lo stesso progetto ha ricevuto l’Artissima - Torino Social Impact Art Award 2020 ed è stato selezionato dalla Cité internationale des arts Paris per il programma di residenze 2022. Dela Cruz è borsista del of TBA21–Academy’s Ocean Fellowship 2022 in cui sta sviluppando Ocean as a Space of Perpetual Care un progetto che affronta il tema della cura e ospitalità nelle Filippine pre-coloniali e sul diario di Antonio Pigafetta.
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