La messa in scena con 50 abiti selezionati dalla collezione dell'Accademia Nazionale di Danza e cinquanta disegni su fotografie per un progetto di libro sonoro per l'infanzia, fa parte del progetto promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale e Azienda Speciale PALAEXPO, all'interno dell'evento RO-MAT TransumAND, mostra itinerante dei costumi storici dell'AND lungo il percorso del tratturo. L'installazione, opera dell'artista cosentino, è la prima delle otto tappe di questo grande progetto itinerante che coinvolgerà complessivamente otto artisti; dopo Pirri, infatti, si prosegue il viaggio con i cinquanta abiti scelti tra i tanti che hanno scritto la storia dell'Accademia Nazionale di Danza tra il 1935 e il 1968 con Luigi Battisti al Museo Museo Munda de L'Aquila, Giuseppe Stampone presso il Teatro Comunale di Teramo, Matteo Fato al Museo delle Genti d'Abruzzo di Pescara, Eugenio Tibaldi al Museo Sannitico di Campobasso, Bianco-Valente all'Archivi di Stato di Benevento, Marco Neri al Teatro Giordano di Foggia, ed infine Marco Schaufelberger al Museo Ridola di Matera capitale della cultura 2019.
Il progetto Ro-Mat TransumAND nasce con l’intento di valorizzare le attività artistiche che caratterizzano l'Istituto fondato nel 1948 da Jia Ruskaja, ed anche il suo ricco patrimonio culturale. Il fine, tuttavia, è stato quello di estrapolare dal loro contesto gli abiti storici e renderli protagonisti di una nuova “scena”, nel segno di una riformulazione di senso che vive tra passato, come testimonianza e nel presente, come oggetto parte di un tutto in grado di adattarsi a nuovi spazi. Pirri, nello specifico, ha scelto allestire la sua opera come una messa in scena ispirata all'opera teatrale “Le mosche” del 1943 scritta dal filosofo Jean–Paul Sartre e andata in scena nello stesso anno a Parigi in piena occupazione nazista.
Nella mostra, l'artista si lascia ispirare dalle Erinni figure femminili fastidiose, insistenti, che rappresentano quel sentimento di rimorso che perseguita costantemente chi si macchia di delitto nei confronti di parenti a loro prossimi e mette così in scena un paesaggio di rovine che riporta alla mente un dramma, forse già accaduto o che sta ancora accadendo, rappresentato attraverso l'utilizzo dei cinquanta costumi. A questa installazione si affiancano cinquanta tavole realizzate con pastelli ad olio su fotografie dei costumi ripresi nel teatro dell'AND a Roma, posti all'altezza degli occhi di un ipotetico bambino; i disegni animano i costumi inerti riempendoli di vita e di tensione drammatica, che alludono a corpi fatti solo di luce ed energia danzante che si trasforma in un'esplosione di colori e forza dionisiaca.